Page 1557 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Pace due sepolture, con i simulacri di coloro che vi son dentro sopra le
casse e di fuori nella facciata alcuni Profeti di marmo di mezzo rilievo e
grandi quanto il vivo, che gl'acquistarono nome di eccellente scultore, onde
gli fu poi allogata dal popolo romano la statua che fece di papa Paulo

Quarto, che fu posta in Campidoglio, la quale condusse ottimamente. Ma
ebbe quell'opera poco vita, perciò che, morto quel Papa, fu rovinata e
gettata per terra dalla plebaccia, che oggi quegli stessi perseguita
fieramente che ieri aveva posti in cielo. Fece Vincenzio dopo la detta

figura, in uno stesso marmo, due statue poco maggiori del vivo, cioè un
Teseo re d'Atene, che ha rapito Elena e se la tiene in braccio in atto di
conoscerla, con una troia sotto i piedi. Delle quali figure non è possibile
farne altre con più diligenza, studio, fatica e grazia. Per che andando il

duca Cosimo de' Medici a Roma, et andando a vedere non meno le cose
moderne degne d'essere vedute, che l'antiche, vide, mostrandogliene
Vincenzio, le dette statue, e le lodò sommamente, come meritavano; onde
Vincenzio, che è gentile, le donò cortesemente, et insieme gl'offerse in

quello potesse l'opera sua. Ma sua eccellenza avendole condotte indi a non
molto a Firenze nel suo palazzo de' Pitti, gliel'ha pagate buon pregio. Et
avendo seco menato esso Vincenzio, gli diede non molto dopo a fare di
marmo, in figure maggiori del vivo e tutte tonde, le fatiche d'Ercole, nelle

quali va spendendo il tempo, e già n'ha condotte a fine quando egli uccide
Cacco e quando combatte con il Centauro. La quale tutta opera, come è di
suggetto altissima e faticosa, così si spera debba essere per artificio et
eccellente opera, essendo Vincenzio di bellissimo ingegno, di molto

giudizio, et in tutte le sue cose d'importanza molto considerato.
Né tacerò che sotto la costui disciplina attende con sua molta lode alla

scultura Illarione Ruspoli, giovane e cittadin fiorentino, il quale non meno
degli altri suoi pari accademici ha mostro di sapere et avere disegno e
buona pratica in fare statue, quando insieme con gl'altri n'ha avuto
occasione nell'essequie di Michelagnolo e nell'apparato delle nozze sopra

dette.

Francesco Camilliani, scultore fiorentino et accademico, il quale fu
discepolo di Baccio Bandinelli, dopo aver dato in molte cose saggio di
essere buono scultore, ha consumato quindici anni negl'ornamenti delle
fonti, dove n'è una stupendissima, che ha fatto fare il signor don Luigi di
Tolledo al suo giardino di Fiorenza. I quali ornamenti intorno a ciò sono

diverse statue d'uomini e d'animali in diverse maniere, ma tutti ricchi e
veramente reali e fatti senza risparmio di spesa. Ma in fra l'altre statue che
ha fatto Francesco in quel luogo, due maggiori del vivo, che rappresentano

Arno e Mugnone fiumi, sono di somma bellezza, e particolarmente il
Mugnone, che può stare al paragone di qual si voglia statua di maestro
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