Page 1579 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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molte copie.
Il medesimo anno 1544 condotto a Napoli da don Giammateo d'Anversa
generale de' monaci di Monte Oliveto, perch'io dipignessi il refettorio d'un
loro monasterio fabricato dal re Alfonso Primo, quando giunsi fui per non
accettare l'opera, essendo quel refettorio e quel monastero fatto
d'architettura antica e con le volte a quarti acuti, e basse, e cieche di lumi,
dubitando di non avere ad acquistarvi poco onore. Pure astretto da don
Miniato Pitti e da don Ipolito da Milano miei amicissimi et allora visitatori di
quell'Ordine, accettai finalmente l'impresa. Là dove, conoscendo di non
poter fare cosa buona, se non con gran copia d'ornamenti, gl'occhi
abagliando di chi avea a vedere quell'opera, con la varietà di molte figure,
mi risolvei a fare tutte le volte di esso refettorio lavorate di stucchi per
levar via con ricchi partimenti di maniera moderna tutta quella vecchiaia e
goffezza di sesti. Nel che mi furon di grande aiuto le volte e mura, fatte,
come si usa in quella città, di pietre di tufo, che si tagliono come fa il
legname, o meglio cioè come i mattoni non cotti interamente. Perciò che io
vi ebbi commodità, tagliando, di fare sfondati di quadri, ovali et ottangoli
ringrossando con chiodi e rimettendo de' medesimi tufi. Ridotte adunque
quelle volte a buona proporzione con quei stucchi, i quali furono i primi che
a Napoli fussero lavorati modernamente, e particolarmente le facciate e
teste di quel refettorio, vi feci sei tavole a olio, alte sette braccia, cioè tre
per testata. In tre che sono sopra l'entrata del refettorio è il piovere della
manna al popolo ebreo, presenti Moisè et Aron che la ricogliono, nel che mi
sforzai di mostrare nelle donne, negl'uomini e ne' putti diversità d'attitudini
e vestiti, e l'affetto con che ricogliono e ripongono la manna ringraziandone
Dio. Nella testata che è a sommo è Cristo che desina in casa di Simone, e
Maria Madalena, che con le lacrime gli bagna i piedi e gl'asciuga con i
capelli, tutta mostrandosi pentita de' suoi peccati. La quale storia è partita
in tre quadri: nel mezzo è la cena, a man ritta una bottiglieria con una
credenza piena di vasi in varie forme e stravaganti, et a man sinistra uno
scalco che conduce le vivande. Le volte furono compartite in tre parti: in
una si tratta della Fede, nella seconda della Religione e nella terza
dell'Eternità. Ciascuna delle quali, perché erano in mezzo, ha otto Virtù
intorno, dimostranti ai monaci che in quel refettorio mangiano quello che
alla loro vita e perfezzione è richiesto. E per arricchire i vani delle volte, gli
feci pieni di grottesche, le quali in quarantotto vani fanno ornamento alle
quarantotto immagini celesti; et in sei facce per lo lungo di quel refettorio
sotto le finestre fatte maggiori e con ricco ornamento, dipinsi sei delle
parabole di Gesù Cristo, le quali fanno a proposito di quel luogo. Alle quali
tutte pitture et ornamenti corrisponde l'intaglio delle spalliere fatte
riccamente. Dopo, feci all'altar maggiore di quella chiesa una tavola alta