Page 1583 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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per servizio del cardinale et onor mio, arei pure avuto quella satisfazione
d'averla condotta di mia mano. Ma questo errore fu cagione che io mi
risolvei a non far più opere, che non fussero da me stesso del tutto finite
sopra la bozza di mano degl'aiuti, fatta con i disegni di mia mano. Si fecero

assai pratichi in quest'opera Bizzera e Roviale spagnuoli, che assai vi
lavorarono con esso meco, e Batista Bagnacavallo bolognese, Bastian Flori
aretino, Giovanpaolo dal Borgo e fra' Salvadore Foschi d'Arezzo, e molti
altri miei giovani.

In questo tempo andando io spesso la sera, finita la giornata, a veder
cenare il detto illustrissimo cardinal Farnese, dove erano sempre a

trattenerlo, con bellissimi et onorati ragionamenti, il Molza, Anibal Caro,
Messer Gandolfo, Messer Claudio Tolomei, Messer Romolo Amasseo,
monsignor Giovio, et altri molti letterati e galantuomini, de' quali è sempre
piena la corte di quel signore, si venne a ragionare una sera fra l'altre del

museo del Giovio, e de' ritratti degl'uomini illustri che in quello ha posti con
ordine et inscrizioni bellissime. E passando d'una cosa in altra, come si fa
ragionando, disse monsignor Giovio avere avuto sempre gran voglia, et
averla ancora, d'aggiugnere al museo et al suo libro degli Elogi un trattato

nel quale si ragionasse degl'uomini illustri nell'arte del disegno, stati da
Cimabue insino a' tempi nostri. Dintorno a che allargandosi, mostrò certo
aver gran cognizione e giudizio nelle cose delle nostre arti, ma è ben vero
che bastandogli fare gran fascio, non la guardava così in sottile e spesso,

favellando di detti artefici, o scambiava i nomi, i cognomi, le patrie, l'opere,
e non dicea le cose come stavano a punto, ma così alla grossa. Finito che
ebbe il Giovio quel suo discorso, voltatosi a me disse il cardinale: "Che ne
dite voi Giorgio, non sarà questa una bell'opera e fatica?". "Bella", rispos'io

"monsignor illustrissimo, se il Giovio sarà aiutato da chichesia dell'arte a
mettere le cose a' luoghi loro, et a dirle come stanno veramente. Parlo
così, perciò che, se bene è stato questo suo discorso maraviglioso, ha
scambiato e detto molte cose una per un'altra." "Potrete dunque",

soggiunse il cardinale pregato dal Giovio, dal Caro, dal Tolomei e dagl'altri
"dargli un sunto voi, et una ordinata notizia di tutti i detti artefici,
dell'opere loro secondo l'ordine de' tempi. E così aranno anco da voi questo
benefizio le vostre arti." La qual cosa ancor che io conoscessi essere sopra

le mie forze, promisi secondo il poter mio di far ben volentieri; e così
messomi giù a ricercare miei ricordi, e scritti fatti intorno a ciò, infin da
giovanetto, per un certo mio passatempo e per una affezione che io aveva
a la memoria de' nostri artefici, ogni notizia de' quali mi era carissima, misi

insieme tutto che intorno a ciò mi parve a proposito. E lo portai al Giovio, il
quale, poi che molto ebbe lodata quella fatica, mi disse: "Giorgio mio,
voglio che prendiate voi questa fatica di distendere il tutto in quel modo
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