Page 1586 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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l'Invidia e Fortuna, sì come si vede che aviene spesse volte veramente.
Dintorno nelle facciate sono la Copia, la Liberalità, la Sapienza, la
Prudenza, la Fatica, l'Onore et altre cose simili, e sotto attorno girano
storie di pittori antichi, di Apelle, di Zeusi, Parrasio, Protogene et altri con
varii partimenti e minuzie, che lascio per brevità. Feci ancora nel palco
d'una camera di legname intagliato, Abram in un gran tondo, di cui Dio
benedice il seme e promette multiplicherà in infinito, et in quattro quadri,
che a questo tondo sono intorno, feci la Pace, la Concordia, la Virtù e la
Modestia, e perché adorava sempre la memoria e le opere degli antichi,
vedendo tralasciare il modo di colorire a tempera, mi venne voglia di
risuscitare questo modo di dipignere, e la feci tutta a tempera; il qual
modo per certo non merita d'esser affatto dispregiato o tralasciato; et
all'entrar della camera feci, quasi burlando, una sposa, che ha in una mano
un rastrello, col quale mostra avere rastrellato e portato seco quanto ha
mai potuto dalla casa del padre, e nella mano che va innanzi, entrando in
casa il marito ha un torchio acceso, mostrando di portare dove va il fuoco,
che consuma e distrugge ogni cosa.
Mentre che io mi stava così passando tempo, venuto l'anno 1548, don
Giovan Benedetto da Mantoa, abate di Santa Fiore e Lucilla monasterio de'
monaci neri cassinensi, dilettandosi infinitamente delle cose di pittura et
essendo molto mio amico, mi pregò che io volessi fargli nella testa di uno
loro refettorio un Cenacolo, o altra cosa simile. Onde risolutomi a
compiacerli, andai pensando di farvi alcuna cosa fuor dell'uso comune, e
così mi risolvei insieme con quel buon padre a farvi le nozze della reina
Ester con il re Assuero, et il tutto in una tavola a olio, lunga quindici
braccia, ma prima metterla in sul luogo, e quivi poi lavorarla; il qual modo
(e lo posso io affermare, che l'ho provato) è quello che si vorrebbe
veramente tenere a volere che avessono le pitture i suoi proprii e veri lumi,
perciò che infatti il lavorare a basso, o in altro luogo che in sul proprio dove
hanno da stare, fa mutare alle pitture i lumi, l'ombre e molte altre
proprietà. In quest'opera adunque mi sforzai di mostrare maestà e
grandezza, comeché io non possa far giudizio se mi venne fatto o no; so
bene che il tutto disposi in modo, che con assai bell'ordine si conoscono
tutte le maniere de' serventi, paggi, scudieri, soldati della guardia,
bottiglieria, credenza, musici, et un nano, et ogni altra cosa che a reale e
magnifico convito è richiesta. Vi si vede fra gl'altri lo scalco condurre le
vivande in tavola, accompagnato da buon numero di paggi vestiti a livrea,
et altri scudieri e serventi. Nelle teste della tavola, che è aovata, sono
signori et altri gran personaggi e cortigiani che in piedi stanno, come s'usa,
a vedere il convito. Il re Assuero stando a mensa come re altero et
innamorato sta tutto appoggiato sopra il braccio sinistro, che porge una