Page 1593 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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palazzo, stato murato a caso et in più volte in diversi tempi e più a comodo
degl'ufiziali che con alcuno buon ordine, si correggesse, si risolvé a volere
che per ogni modo, secondo che possibile era, si rassettasse, e la sala
grande col tempo si dipignesse, et il Bandinello seguitasse la cominciata

udienza. Per dunque accordare tutto il palazzo insieme, cioè il fatto con
quello che s'aveva da fare, mi ordinò che io facessi più piante e disegni, e
finalmente, secondo che alcune gl'erano piaciute, un modello di legname,
per meglio potere a suo senno andare accomodando tutti gl'appartamenti,

e dirizzare e mutar le scale vecchie che gli parevano erte, mal considerate
e cattive. Alla qual cosa, ancor che impresa difficile e sopra le forze mi
paresse, misi mano, e condussi, come seppi il meglio, un grandissimo
modello, che è oggi appresso sua eccellenza, più per ubbidirla che con

speranza mi avesse da riuscire. Il quale modello, finito che fu, o fusse sua
o mia ventura, o il disiderio grandissimo che io aveva di sodisfare, gli
piacque molto; per che, dato mano a murare, a poco a poco si è condotto,
facendo ora una cosa e quando un'altra, al termine che si vede. Et in tanto

che si fece il rimanente, condussi con ricchissimo lavoro di stucchi in varii
spartimenti le prime otto stanze nuove, che sono in sul piano della gran
sala, fra salotti, camere et una cappella, con varie pitture et infiniti ritratti
di naturale che vengono nelle istorie, cominciando da Cosimo Vecchio, e

chiamando ciascuna stanza dal nome d'alcuno disceso da lui grande e
famoso. In una adunque sono l'azzioni del detto Cosimo più notabili, e
quelle virtù che più furono sue proprie, et i suoi maggiori amici e servitori,
col ritratto de' figliuoli, tutti di naturale; e così sono insomma quella di

Lorenzo Vecchio, quella di papa Leone suo figliuolo, quella di papa
Clemente, quella del signor Giovanni padre di sì gran Duca, quella di esso
signor duca Cosimo. Nella cappella è un bellissimo e gran quadro di mano
di Raffaello da Urbino, in mezzo a S. Cosimo e Damiano mie pitture, nei

quali è detta cappella intitolata; così delle stanze poi di sopra dipinte alla
signora duchessa Leonora, che sono quattro, sono azzioni di donne illustri,
greche, ebree, latine e toscane, a ciascuna camera una di queste; perché
oltre che altrove n'ho ragionato, se ne dirà pienamente nel Dialogo che

tosto daremo in luce, come s'è detto, che il tutto qui raccontare sarebbe
stato troppo lungo. Delle quali mie fatiche ancora che continue, difficili e
grandi, ne fui dalla magnanima liberalità di sì gran Duca, oltre alle
provisioni, grandemente e largamente rimunerato con donativi, e di case

onorate e comode in Fiorenza et in villa, perché io potessi più agiatamente
servirlo; oltre che nella patria mia d'Arezzo mi ha onorato del supremo
magistrato del Gonfalonieri et altri ufizii con facultà che io possa sostituire
in quegli un de' cittadini di quel luogo, senza che a ser Piero mio fratello ha

dato in Fiorenza ufizi d'utile, e parimente a' mia parenti d'Arezzo favori
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