Page 1597 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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et in pezzi minori circa trenta storie piene di molte figure che tutte sono a
bonissimo termine condotte. Nel qual tempo ottenni graziosamente da Sua
Santità (mandandomi con infinita amorevolezza e favore le bolle espedite
gratis) la erezione d'una cappella e decanato nella Pieve d'Arezzo, che è la

cappella maggiore di detta Pieve, con mio padronato e della casa mia,
dotata da me e di mia mano dipinta, et offerta alla bontà divina per una
ricognizione (ancor che minima sia) del grande obligo c'ho con sua maiestà
per infinite grazie e benefizii che s'è degnato farmi. La tavola della quale,

nella forma, è molto simile alla detta di sopra; il che è stato anche cagione
in parte di ridurlami a memoria, perché è isolata et ha similmente due
tavole, una già tocca di sopra nella parte dinanzi, et una della istoria di S.
Giorgio di dietro, messe in mezzo da quadri con certi Santi, e sotto in

quadretti minori l'istorie loro che di quanto è sotto l'altare in una bellissima
tomba i corpi loro con altre reliquie principali della città. Nel mezzo viene
un tabernacolo assai bene accomodato per il Sacramento, perché
corrisponde a l'uno e l'altro altare, abellito di istorie del Vecchio e Nuovo

Testamento, tutte approposito di quel misterio, come in parte s'è ragionato
altrove. Mi era anche scordato di dire che l'anno innanzi, quando andai la
prima volta a baciargli i piedi, feci la via di Perugia, per mettere a suo
luogo tre gran tavole fatte ai monaci neri di San Piero in quella città, per

un loro refettorio. In una cioè quella del mezzo sono le nozze di Cana
Galilea, nelle quali Cristo fece il miracolo di convertire l'acqua in vino. Nella
seconda da man destra è Eliseo profeta, che fa diventar dolce con la farina
l'amarissima olla, i cibi della quale guasti dalle coloquinte i suoi Profeti non

potevano mangiare; e nella terza è S. Benedetto, al quale annunziando un
converso, in tempo di grandissima carestia e quando a punto mancava da
vivere ai suoi monaci, che sono arrivati alcuni camelli carichi di farina alla
porta, e' vede che gl'Angeli di Dio gli conducevano miracolosamente

grandissima quantità di farina. Alla signora Gentilina, madre del signor
Chiappino e signor Paulo Vitelli, dipinsi in Fiorenza, e di lì le mandai a Città
di Castello, una gran tavola, in cui è la coronazione di Nostra Donna, in alto
un ballo d'Angeli, et a basso molte figure maggiori del vivo, la qual tavola

fu posta in San Francesco di detta città.
Per la chiesa del Poggio a Caiano, villa del signor Duca, feci in una tavola

Cristo morto in grembo alla madre, San Cosimo e San Damiano che lo
contemplano, et un Angelo in aria, che piangendo mostra i misterii della
Passione di esso Nostro Salvatore. E nella chiesa del Carmine di Fiorenza fu
posta, quasi ne' medesimi giorni, una tavola di mia mano nella cappella di

Matteo e Simon Botti, miei amicissimi, nella quale è Cristo crucifisso, la
Nostra Donna, San Giovanni e la Madalena, che piangono. Dopo a Iacopo
Capponi feci, per mandare in Francia, due gran quadri: in uno è la
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