Page 1594 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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eccessivi, là dove io non sarò mai per le tante amorevolezze sazio di
confessar l'obligo che io tengo con questo signore.
E tornando all'opere mie dico che pensò questo eccellentissimo signore di
mettere ad esecuzione un pensiero avuto già gran tempo, di dipignere la
sala grande, concetto degno della altezza e profondità dell'ingegno suo, né
so se, come dicea, credo burlando meco, perché pensava certo che io ne
caverei le mani, et a' dì suoi la vederebbe finita, o pur fusse qualche altro
suo segreto, e, come sono stati tutti e' suoi, prudentissimo giudizio.
L'effetto insomma fu che mi commesse che si alzassi i cavalli et il tetto più
di quel che gl'era braccia tredici, e si facessi il palco di legname, e si
mettessi d'oro, e dipignessi pien di storie a olio: impresa grandissima,
importantissima e se non sopra l'animo forse sopra le forze mie; ma o che
la fede di quel gran signore, e la buona fortuna che gl'ha in tutte le cose,
mi facessi da più di quel che io sono, o che la speranza e l'occasione di sì
bel suggetto mi agevolassi molto di facultà, o che (e questo dovevo
preporre a ogn'altra cosa) la grazia di Dio mi somministrassi le forze, io la
presi. E come si è veduto la condussi contra l'openione di molti in molto
manco tempo, non solo che io avevo promesso e che meritava l'opera, ma
neanche io, o pensassi mai sua eccellenza illustrissima. Ben mi penso che
ne venissi maravigliata e sodisfattissima, perché venne fatta al maggior
bisogno et alla più bella occasione che gli potessi occorrere, e questa fu,
acciò si sappia la cagione di tanta sollecitudine, che avendo prescritto il
maritaggio che si trattava dello illustrissimo Principe nostro con la figliuola
del passato Imperatore, e sorella del presente, mi parve debito mio far
ogni sforzo che in tempo et occasione di tanta festa, questa che era la
principale stanza del palazzo, e dove si avevano a far gli atti più
importanti, si potessi godere. E qui lascerò pensare non solo a chi è
dell'arte, ma a chi è fuora ancora pur che abbi veduto la grandezza e
varietà di quell'opera, la quale occasione terribilissima e grande, doverrà
scusarmi se io non avessi per cotal fretta satisfatto pienamente in una
varietà così grande di guerre in terra et in mare, espugnazioni di città,
batterie, assalti, scaramuccie, edificazioni di città, consigli publici,
cerimonie antiche e moderne, trionfi, e tante altre cose che non che altro
gli schizzi, disegni e cartoni di tanta opera richiedevano lunghissimo tempo,
per non dir nulla de' corpi ignudi, nei quali consiste la perfezzione delle
nostre arti, né de' paesi dove furono fatte le dette cose dipinte, i quali ho
tutti avuto a ritrarre di naturale in sul luogo e sito proprio, sì come ancora
ho fatto molti capitani generali, soldati et altri capi che furono in quelle
imprese che ho dipinto. Et insomma ardirò dire che ho avuto occasione di
fare in detto palco quasi tutto quello che può credere pensiero e concetto
d'uomo, varietà di corpi, visi, vestimenti, abigliamenti, celate, elmi,