Page 1595 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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corazze, acconciature di capi diverse, cavalli, fornimenti, barde, artiglierie
d'ogni sorte, navigazioni, tempeste, pioggie, nevate, e tante altre cose che
io non basto a ricordarmene, ma chi vede quest'opera può agevolmente
immaginarsi quante fatiche e quante vigilie abbia sopportato in fare con
quanto studio ho potuto maggiore, circa quaranta storie grandi, et alcune
di loro in quadri di braccia dieci per ogni verso, con figure grandissime, et
in tutte le maniere. E se bene mi hanno alcuni de' giovani miei creati
aiutato, mi hanno alcuna volta fatto commodo et alcuna no. Perciò che ho
avuto tallora, come sanno essi, a rifare ogni cosa di mia mano, e tutta
ricoprire la tavola, perché sia d'una medesima maniera. Le quali storie dico
trattano delle cose di Fiorenza, dalla sua edificazione insino a oggi, la
divisione in quartieri, le città sottoposte, nemici superati, città soggiogate,
et in ultimo il principio e fine della guerra di Pisa, da uno de' lati, e
dall'altro il principio similmente e fine di quella di Siena; una dal governo
popolare condotta et ottenuta nello spazio di quattordici anni, e l'altra dal
Duca in quattordici mesi, come si vedrà; oltre quello che è nel palco, e sarà
nelle facciate, che sono ottanta braccia lunghe ciascuna et alte venti, che
tuttavia vo dipignendo a fresco, per poi anco di ciò poter ragionare in detto
Dialogo.
Il che tutto ho voluto dire in fin qui non per altro che per mostrare con
quanta fatica mi sono adoperato et adopero tuttavia nelle cose dell'arte, e
con quante giuste cagioni potrei scusarmi, dove in alcuna avessi (che credo
avere in molte) mancato. Aggiugnerò anco, che quasi nel medesimo
tempo, ebbi carico di disegnare tutti gl'archi da mostrarsi a sua eccellenza
per determinare l'ordine tutto, e poi mettere gran parte in opera, e far
finire il già detto grandissimo apparato, fatto in Fiorenza per le nozze del
signor principe illustrissimo: di far fare con miei disegni in dieci quadri, alti
braccia quattordici l'uno et undici larghi, tutte le piazze delle città principali
del dominio, tirate in prospettiva, con i loro primi edificatori et insegne,
oltre di far finire la testa di detta sala, cominciata dal Bandinello; di far fare
nell'altra una scena, la maggiore e più ricca che fusse da altri fatta mai, e
finalmente di condurre le scale principali di quel palazzo, i loro ricetti, et il
cortile, e colonne in quel modo che sa ognuno e che si è detto di sopra, con
quindici città dell'imperio e del Tiruolo, ritratte di naturale in tanti quadri.
Non è anche stato poco il tempo che ne' medesimi tempi ho messo in tirare
innanzi, da che prima la cominciai, la loggia e grandissima fabrica de'
magistrati, che volta sul fiume d'Arno, della quale non ho mai fatto murare
altra cosa più difficile, né più pericolosa, per essere fondata in sul fiume e
quasi in aria. Ma era necessaria, oltre all'altre cagioni, per appiccarvi, come
si è fatto, il gran corridore, che attraversando il fiume, va dal palazzo
ducale al palazzo e giardino de' Pitti. Il quale corridore fu condotto in