Page 50 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Cap. VI. Del modo di fare i pavimenti di commesso.
Tutte le cose che trovar si poterono, gli antichi, ancora che con difficultà, in
ogni genere o le ritrovarono o di ritrovarle cercarono: quelle, dico, ch'alla
vista degli uomini vaghezza e varietà indurre potessero. Trovarono,
dunque, fra l'altre cose belle i pavimenti di pietre ispartiti con varii misti di
porfidi, serpentini, e graniti, con tondi e quadri, et altri spartimenti, onde
s'imaginarono che fare si potessero fregi, fogliami et altri andari di disegni
e figure. Onde, per poter meglio ricevere l'opera tal lavoro, tritavano i
marmi, acciò che essendo quelli minori, potessero per lo campo e piano
con essi rigirare in tondo e diritto et a torto, secondo che veniva lor meglio;
e dal commettere insieme questi pezzi lo dimandarono musaico, e nei
pavimenti di molte loro fabriche se ne servirono; come ancora veggiamo
all'Antoniano di Roma et in altri luoghi, dove si vede il musaico lavorato
con quadretti di marmo piccioli, conducendo fogliami, maschere et altre
bizzarrie; e con quadri di marmo bianchi et altri quadretti di marmo nero
fecero il campo di quegli. Questi, dunque, si lavoravano in tal modo:
facevasi sotto un piano di stucco fresco di calce e di marmo, tanto grosso
che bastasse per tenere in sé i pezzi commessi fermamente, sin che, fatto
presa, si potessero spianar di sopra: per che facevano nel seccarsi una
presa mirabile et uno smalto maraviglioso, che né l'uso del caminare né
l'acqua non gl'offendeva. Onde, essendo questa opera in grandissima
considerazione venuta, gli ingegni loro si misero a speculare più alto,
essendo facile a una invenzione trovata, aggiugner sempre qualcosa di
bontà. Per che fecero poi i musaici di marmi più fini, e per bagni e per stufe
i pavimenti di quelli, e con più sottile magistero e diligenza quei lavoravano
sottilissimamente, facendosi pesci variati et imitando la pittura con varie
sorti di colori, atti a ciò, con più specie di marmi, mescolando anco fra
quegli alcuni pezzi triti di quadretti di musaico di ossa di pesce, ch'hanno la
pelle lustra. E così vivamente gli facevano, che l'acqua postavi di sopra
velandogli, pur che chiara fosse, gli faceva parere vivissimi nei pavimenti;
come se ne vede in Parione in Roma in casa di messer Egidio e Fabio
Sasso. Per che parendo loro questa una pittura da poter reggere all'acque
et ai venti et al sole per l'eternità sua, e pensando che tale opra molto
meglio di lontano che d'appresso ritornerebbe, perché così non si
scorgerebbono i pezzi che il musaico d'appresso fa vedere, ordinarono per
ornar le volte e le pareti dei muri, dove tai cose si avevano a veder di
lontano. E perché lustrassero e dagli umidi et acque si difendessero,
pensarono tal cosa doversi fare di vetri, e così gli misero in opra; e facendo