Page 55 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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viene a consumarsi nella grossezza dello scorto, e tornano poi di
proporzione, nel guardarle, giuste e non nane, ma con bonissima grazia. E
quando non piacesse far questo, si potrà mantenere le membra della figura
sottilette e gentili, che questo ancora torna quasi il medesimo.
Costumasi per molti artefici fare la figura di nove teste, la quale vien
partita in otto teste tutta, eccetto la gola, il collo e l'altezza del piede, che
con queste torna nove; perché due sono gli stinchi, due dalle ginocchia a
membri genitali, e tre il torso fino alla fontanella della gola, et un'altra dal
mento all'ultimo della fronte, et una ne fanno la gola e quella parte ch'è
dal dosso del piede alla pianta: che sono nove. Le braccia vengono
appiccate alle spalle, e dalla fontanella all'appiccatura da ogni banda è una
testa, et esse braccia sino a la appiccatura delle mani sono tre teste, et
allargandosi l'uomo con le braccia, apre appunto tanto quanto egli è alto.
Ma non si debbe usare altra miglior misura che il giudicio dello occhio, il
quale sebbene una cosa sarà benissimo misurata, et egli ne rimanghi
offeso, non resterà per questo di biasimarla. Però diciamo che sebbene la
misura è una retta moderazione da ringrandire le figure talmente, che le
altezze e le larghezze, servato l'ordine, faccino l'opera proporzionata e
graziosa, l'occhio, nondimeno, ha poi con il giudicio a levare et ad
aggiugnere, secondo che vedrà la disgrazia dell'opera, talmente che e' le
dia giustamente proporzione, grazia, disegno e perfezzione, acciò che ella
sia in sé tutta lodata da ogni ottimo giudicio. E quella statua o figura che
avrà queste parti, sarà perfetta di bontà, di bellezza, di disegno e di grazia.
E tali figure chiameremo tonde, purché si possino vedere tutte le parti
finite, come si vede nell'uomo girandolo attorno, e similmente poi l'altre
che da queste dipendono. Ma e' mi pare oramai tempo da venire alle cose
più particulari.
Cap. IX. Del fare i modelli di cera e di terra, e come si vestino, e come a proporzione si
ringrandischino poi nel marmo; come si subbino e si gradinino e pulischino e impomicino e
si lustrino e si rendino finiti.
Sogliono gli scultori, quando vogliono lavorare una figura di marmo, fare
per quella un modello, che così si chiama, cioè uno esemplo, che è una
figura di grandezza di mezzo braccio o meno o più, secondo che gli torna
comodo, o di terra o di cera o di stucco, perché e' possin mostrar in quella
l'attitudine e la proporzione che ha da essere nella figura che e' voglion
fare, cercando accomodarsi alla larghezza et all'altezza del sasso che
hanno fatto cavare per farvela dentro.