Page 51 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ciò bellissimo vedere, ne ornarono i tempii loro et altri luoghi, come
veggiamo oggi ancora a Roma il tempio di Bacco et altri. Talché da quegli
di marmo derivano questi, che si chiamano oggi musaico di vetri, e da quel
di vetri s'è passato al musaico di gusci d'uovo, e da questi al musaico del
far le figure e le storie di chiaroscuro, pur di commessi, che paiono dipinte;
come tratteremo, al suo luogo, nella pittura.
Cap. VII. Come si ha a conoscere uno edificio proporzionato bene, e che parti
generalmente se li convengono.
Ma perché il ragionare delle cose particulari mi farebbe deviar troppo dal
mio proposito, lasciata questa minuta considerazione agli scrittori
dell'architettura, dirò solamente in universale come si conoscano le buone
fabriche e quello che si convenga alla forma loro per essere insieme et utili
e belle. Quando s'arriva, dunque, a uno edificio, chi volesse vedere s'egli è
stato ordinato da uno architettore eccellente e quanta maestria egli ha
avuto, e sapere s'egli ha saputo accomodarsi al sito e alla volontà di chi
l'ha fatto fabricare, egli ha a considerare tutte queste parti. In prima, se chi
lo ha levato dal fondamento ha pensato se quel luogo era disposto e
capace a ricevere quella qualità e quantità di ordinazione, così nello
spartimento delle stanze come negli ornamenti che per le mura comporta
quel sito, o stretto o largo, o alto o basso; e se è stato spartito con grazia
e conveniente misura, dispensando e dando la qualità e quantità di
colonne, finestre, porte e riscontri delle facce fuori e dentro nelle altezze o
grossezze de' muri, e in tutto quello che c'intervenga a luogo per luogo. È
di necessità che si distribuischino che lo edificio le stanze, ch'abbino le lor
corrispondenze di porte, finestre, camini, scale segrete, anticamere, destri,
scrittoi, senza che vi si vegga errori: come saria una sala grande, un
portico picciolo e le stanze minori; le quali per esser membra dell'edificio, è
di necessità ch'elle siano, come i corpi umani, egualmente ordinate e
distribuite secondo le qualità e varietà delle fabriche: come tempii tondi,
[in] otto facce, in sei facce, in croce, e quadri, e gli ordini varii secondo chi
et i gradi in che si trova chi le fa fabricare. Perciò che quando son disegnati
da mano che abbia giudicio, con bella maniera mostrano l'eccellenza
dell'artefice e l'animo dell'auttor della fabrica.
Perciò figureremo, per meglio esser intesi, un palazzo qui di sotto, e questo
ne darà lume agli altri edifici, per modo di poter conoscere, quando si
vede, se è ben formato o no. In prima, chi considererà la facciata dinanzi,
lo vedrà levato da terra o in su ordine di scalee o di muricciuoli, tanto che