Page 70 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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un'altra, non si faccia la salutata voltarsi indietro, avendo a rispondere; e
con questa similitudine tutto il resto.
La istoria sia piena di cose variate e differenti l'una da l'altra, ma a
proposito sempre di quello che si fa, e che di mano in mano figura lo
artefice, il quale debbe distinguere i gesti e l'attitudini, facendo le femmine
con aria dolce e bella, e similmente i giovani; ma i vecchi gravi sempre
d'aspetto, et i sacerdoti massimamente, e le persone di autorità;
avvertendo però sempremai che ogni cosa corrisponda ad un tutto
dell'opera, di maniera che quando la pittura si guarda, vi si conosca una
concordanza unita, che dia terrore nelle furie e dolcezza negli effetti
piacevoli, e rappresenti in un tratto la intenzione del pittore, e non le cose
che e' non pensava. Conviene adunque per questo che e' formi le figure
che hanno ad essere fiere con movenzia e con gagliardia, e sfugga quelle
che sono lontane dalle prime con l'ombre e con i colori appoco appoco
dolcemente oscuri: di maniera che l'arte sia accompagnata sempre con una
grazia di facilità e di pulita leggiadria di colori, e condotta l'opera a
perfezzione, non con uno stento di passione crudele, che gl'uomini che ciò
guardano abbino a patire pena della passione che in tal'opera veggono
sopportata dallo artefice, ma da ralegrarsi della felicità che la sua mano
abbia avuto dal cielo quella agilità, che renda le cose finite con istudio e
fatica sì, ma non con istento; tanto che, dove elle sono poste, non siano
morte, ma si appresentino vive e vere a chi le considera. Guardinsi da le
crudezze, e cerchino che le cose che di continuo fanno, non paiono dipinte,
ma si dimostrino vive e di rilievo fuor della opera loro.
E questo è il vero disegno fondato e la vera invenzione, che si conosce
esser data da chi le ha fatte alle pitture che si conoscono e giudicano come
buone.
Cap. XVI. Degli schizzi, disegni, cartoni et ordine di prospettive: e per quel che si fanno, et
a quello che i pittori se ne servono.
Gli schizzi, de' quali si è favellato di sopra, chiamiamo noi una prima sorte
di disegni che si fanno per trovar il modo delle attitudini, et il primo
componimento dell'opra, e sono fatti in forma di una macchia e accennati
solamente da noi in una sola bozza del tutto; e perché dal furor dello
artefice sono in poco tempo con penna o con altro disegnatoio o carbone
espressi solo per tentare l'animo di quel che gli sovviene, perciò si
chiamano schizzi. Da questi dunque vengono poi rilevati in buona forma i