Page 71 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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disegni, nel far de' quali con tutta quella diligenza che si può, si cerca
vedere dal vivo se già l'artefice non si sentisse gagliardo in modo che da sé
li potesse condurre. Appresso, misuratili con le seste o a occhio, si
ringrandiscono dalle misure piccole nelle maggiori, secondo l'opera che si
ha da fare.
Questi si fanno con varie cose, cioè o con lapis rosso che è una pietra la
qual viene da' monti di Alamagna, che, per esser tenera, agevolmente si
sega e riduce in punte sottili da segnare con esse in sui fogli come tu vuoi;
o con la pietra nera che viene da' monti di Francia, la qual'è similmente
come la rossa; altri di chiaro e scuro si conducono su fogli tinti, che fanno
un mezzo, e la penna fa il lineamento, cioè il dintorno o profilo, e
l'inchiostro poi con un poco d'acqua fa una tinta dolce che lo vela et ombra;
di poi con un pennello sottile intinto nella biacca stemperata con la gomma
si lumeggia il disegno; e questo modo è molto alla pittoresca e mostra più
l'ordine del colorito. Molti altri fanno con la penna sola, lasciando i lumi
della carta; che è difficile, ma molto maestrevole; et infiniti altri modi
ancora si costumano nel disegnare, de' quali non accade fare menzione,
perché tutti rappresentano una cosa medesima, cioè il disegnare.
Fatti così i dissegni, chi vuole lavorar in fresco, cioè in muro, è necessario
che faccia i cartoni, ancora ch'e' si costumi per molti di fargli per lavorar
anco in tavola. Questi cartoni si fanno così: impastansi fogli con colla di
farina e acqua cotta al fuoco; fogli, dico, che siano squadrati, e si tirano al
muro con l'incollarli attorno due dita verso il muro con la medesima pasta.
E si bagnano spruzzandovi dentro per tutto acqua fresca, e così molli si
tirano, acciò nel seccarsi vengano a distendere il molle delle grinze. Da poi
quando sono secchi si vanno, con una canna lunga che abbia in cima un
carbone, riportando sul cartone per giudicar da discosto tutto quello che
nel disegno piccolo è disegnato con pari grandezza; e così a poco a poco
quando a una figura, e quando all'altra dànno fine. Qui fanno i pittori tutte
le fatiche dell'arte, del ritrarre dal vivo ignudi e panni di naturale, e tirano
le prospettive con tutti quelli ordini che piccoli si sono fatti in su' fogli,
ringrandendoli a proporzione. E se in quegli fussero prospettive o
casamenti, si ringrandiscono con la rete; la qual'è una graticola di quadri
piccoli ringrandita nel cartone, che riporta giustamente ogni cosa. Perché
chi ha tirate le prospettive ne' disegni piccoli, cavate di su la pianta, alzate
col profilo e con la intersecazione e col punto fatte diminuire e sfuggire,
bisogna che le riporti proporzionate in sul cartone. Ma del modo del tirarle,
perché ella è cosa fastidiosa e difficile a darsi ad intendere, non voglio io
parlare altrimenti. Basta, che le prospettive son belle tanto, quanto elle si
mostrano giuste alla loro veduta, e sfuggendo si allontanano dall'occhio, e
quando elle sono composte con variato e bello ordine di casamenti.