Page 76 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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continovamente bagnato il muro che si dipigne, et i colori che vi si
adoperano, tutti di terre e non di miniere, et il bianco di trevertino, cotto.
Vuole ancora una mano destra resoluta e veloce, ma sopra tutto un
giudizio saldo et intero; perché i colori, mentre che il muro è molle,

mostrano una cosa in un modo, che poi secco non è più quella. E però
bisogna che in questi lavori a fresco giuochi molto più nel pittore il giudizio
che il disegno, e che egli abbia per guida sua una pratica più che
grandissima, essendo sommamente difficile il condurlo a perfezione. Molti

de' nostri artefici vagliono assai negl'altri lavori, cioè a olio o a tempera, et
in questo poi non riescono, per essere egli veramente il più virile, più
sicuro, più resoluto e durabile di tutti gli altri modi, e quello che, nello stare
fatto, di continuo acquista di bellezza e di unione più degl'altri

infinitamente. Questo all'aria si purga, e dall'acqua si difende, e regge di
continuo a ogni percossa. Ma bisogna guardarsi di non avere a ritoccarlo
co' colori che abbino colla di carnicci, o rosso d'uovo o gomma o draganti,
come fanno molti pittori; perché, oltra che il muro non fa il suo corso di

mostrare la chiarezza, vengono i colori apannati da quello ritoccar di sopra,
e con poco spazio di tempo diventano neri. Però quegli che cercano lavorar
in muro, lavorino virilmente a fresco, e non ritocchino a secco; perché, oltre
l'esser cosa vilissima, rende più corta vita alle pitture, come in altro luogo

s'è detto.





Cap. XX. Del dipignere a tempera o vero a uovo su le tavole o tele; e come si può usare sul
muro che sia secco.



Da Cimabue in dietro, e da lui in qua s'è sempre veduto opre lavorate da'
Greci a tempera in tavola et in qualche muro. Et usavano, nello ingessare
delle tavole questi maestri vecchi, dubitando che quelle non si aprissero in
su le commettiture, mettere per tutto con la colla di carnicci tela lina, e poi

sopra quella ingessavano per lavorarvi sopra, e temperavano i colori da
condurle col rosso dell'uovo o tempera, la qual'è questa: toglievano un
uovo e quello dibattevano, e dentro vi tritavano un ramo tenero di fico,

acciò che quel latte con quell'uovo facesse la tempera de' colori, i quali con
essa temperando, lavoravano l'opere loro. E toglievano per quelle tavole i
colori ch'erano di miniere, i quali son fatti parte dagli alchimisti, e parte
trovati nelle cave. Et a questa specie di lavoro ogni colore è buono, salvo
ch'il bianco che si lavora in muro fatto di calcina, perch'è troppo forte; così

venivano loro condotte con questa maniera le opere e le pitture loro, e
questo chiamavono colorire a tempera. Solo gli azzurri temperavono con
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