Page 75 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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orecchi restano offesi da una musica che fa strepito o dissonanza o durezza
(salvo però in certi luoghi e a' tempi, sì come io dissi degli sbattimenti),
così restano offesi gli occhi da' colori troppo carichi o troppo crudi. Conciò
sia che il troppo acceso offende il disegno, e lo abbacinato, smorto,
abbagliato e troppo dolce pare una cosa spenta, vecchia ed affumicata; ma
lo unito che tenga in fra lo acceso e lo abbagliato è perfettissimo e diletta
l'occhio, come una musica unita et arguta diletta lo orecchio.
Debbonsi perdere negli scuri certe parti delle figure, e nella lontananza
della istoria; perché oltre che, se elle fussono nello apparire troppo vive et
accese, confonderebbono le figure, elle dànno ancora, restando scure et
abbagliate quasi come campo, maggiore forza alle altre che vi sono inanzi.
Né si può credere quanto nel variare le carni con i colori, faccendole a'
giovani più fresche che a' vecchi, et ai mezzani tra il cotto et il verdiccio e
gialliccio, si dia grazia e bellezza alla opera, e quasi in quello stesso modo
che si faccia nel disegno, l'aria delle vecchie accanto alle giovani et alle
fanciulle et a' putti; dove veggendosene una tenera e carnosa, l'altra pulita
e fresca, fa nel dipinto una discordanza accordatissima. Et in questo modo
si debbe nel lavorare metter gli scuri, dove meno offendino e faccino
divisione, per cavare fuori le figure; come si vede nelle pitture di Rafaello
da Urbino e di altri pittori eccellenti che hanno tenuto questa maniera. Ma
non si debbe tenere questo ordine nelle istorie dove si contrafacessino lumi
di sole e di luna, o vero fuochi o cose notturne; perché queste si fanno con
gli sbattimenti crudi e taglienti, come fa il vivo. E nella sommità dove sì
fatto lume percuote, sempre vi sarà dolcezza et unione. Et in quelle pitture
che aranno queste parti, si conoscerà che la intelligenza del pittore arà con
la unione del colorito campata la bontà del disegno, dato vaghezza alla
pittura, e rilievo e forza terribile alle figure.
Cap. XIX. Del dipingere in muro: come si fa e perché si chiama lavorare in fresco.
Di tutti gl'altri modi che i pittori faccino, il dipignere in muro è più
maestrevole e bello, perché consiste nel fare in un giorno solo quello che
nelli altri modi si può in molti ritoccare sopra il lavorato. Era dagli antichi
molto usato il fresco, et i vecchi moderni ancora l'hanno poi seguitato.
Questo si lavora su la calce che sia fresca, né si lascia mai sino a che sia
finito quanto per quel giorno si vuole lavorare. Perché allungando punto il
dipignerla, fa la calce una certa crosterella pel caldo, pel freddo, pel vento
e pe' ghiacci, che muffa e macchia tutto il lavoro. E per questo vuole essere