Page 78 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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diligenza et amore, perché l'olio in sé si reca il colorito più morbido, più
dolce e dilicato e di unione e sfumata maniera più facile che li altri; e
mentre che fresco si lavora, i colori si mescolano e si uniscono l'uno con
l'altro più facilmente; et insomma gli artefici danno in questo modo
bellissima grazia e vivacità e gagliardezza alle figure loro, talmente che
spesso ci fanno parere di rilievo le loro figure e che ell'eschino della tavola,
e massimamente quando elle sono continovate di buono disegno con
invenzione e bella maniera.
Ma per mettere in opera questo lavoro si fa così: quando vogliono
cominciare, cioè ingessato che hanno le tavole o' quadri, gli radono, e
datovi di dolcissima colla quattro o cinque mani con una spugna, vanno poi
macinando i colori con olio di noce o di seme di lino (benché il noce è
meglio, perché ingialla meno) e così macinati con questi olii, che è la
tempera loro, non bisogna altro, quanto a essi, che distenderli col pennello.
Ma conviene far prima una mestica di colori seccativi, come biacca, giallo-
lino, terra da campane, mescolati tutti in un corpo e d'un color solo, e
quando la colla è secca, impiastrarla su per la tavola e poi batterla con la
palma della mano, tanto ch'ella venga egualmente unita e distesa per
tutto, il che molti chiamano l'imprimatura. Dopo, distesa detta mestica o
colore per tutta la tavola, si metta sopra essa il cartone che averai fatto
con le figure e invenzioni a tuo modo; e sotto questo cartone se ne metta
un altro tinto da un lato di nero, cioè da quella parte che va sopra la
mestica; apuntati poi con chiodi piccoli l'uno e l'altro, piglia una punta di
ferro o vero d'avorio o legno duro, e va' sopra i profili del cartone segnando
sicuramente, perché così facendo non si guasta il cartone, e nella tavola o
quadro vengono benissimo proffilate tutte le figure e quello che è nel
cartone sopra la tavola. E chi non volesse far cartone, disegni con gesso da
sarti bianco sopra la mestica, o vero con carbone di salcio, perché l'uno e
l'altro facilmente si cancella. E così si vede che seccata questa mestica, lo
artefice, o calcando il cartone o con gesso bianco da sarti disegnando,
l'abozza; il che alcuni chiamano imporre. E finita di coprire tutta, ritorna
con somma politezza lo artefice da capo a finirla; e qui usa l'arte e la
diligenza per condurla a perfezione; e così fanno i maestri in tavola a olio
le loro pitture.
Cap. XXII. Del pingere a olio nel muro che sia secco.
Quando gli artefici vogliono lavorare a olio in sul muro secco, due maniere