Page 82 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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l'artefice la dipigne, acciò che con quel campo di terretta unisca meglio li
scuri et i chiari della opera sua; e si costuma temperare i neri di quelle con
un poco di tempera; e si adoperano biacche per bianco, e minio per dar
rilievo alle cose che paiono di bronzo, e giallolino per lumeggiare sopra
detto minio; e per i campi e per gli scuri le medesime terre gialle e rosse,
et i medesimi neri che io dissi nel lavorare a fresco, i quali fanno mezzi et
ombre. Ombrasi ancora con altri diversi colori altre sorte di chiari e scuri;
come con terra d'ombra, alla quale si fa la terretta di verde terra e gialla e
bianco; similmente con terra nera, che è un'altra sorte di verde terra e
nera, che la chiamano verdaccio.
Cap. XXVI. Degli sgraffiti delle case che reggono a l'acqua, quello che si adoperi a fargli, e
come si lavorino le grottesche nelle mura.
Hanno i pittori un'altra sorte di pittura che è disegno e pittura insieme, e
questo si domanda sgraffito, e non serve ad altro che per ornamenti di
facciate, di case e palazzi, che più brevemente si conducono con questa
spezie, e reggono all'acque sicuramente; perché tutt'i lineamenti invece di
essere disegnati con carbone o con altra materia simile, sono tratteggiati
con un ferro dalla mano del pittore; il che si fa in questa maniera: pigliano
la calcina mescolata con la rena, ordinariamente, e con paglia abbruciata
la tingono d'uno scuro che venga in un mezzo colore che trae in argentino,
e verso lo scuro un poco più che tinta di mezzo, e con questa intonacano la
facciata. E fatto ciò e pulita, col bianco della calce di trevertino,
l'imbiancano tutta, et imbiancata ci spolverano su i cartoni, o vero
disegnano quel che ci vogliono fare; e di poi aggravando col ferro, vanno
dintornando e tratteggiando la calce; la quale essendo sotto di corpo nero,
mostra tutti i graffi del ferro come segni di disegno. E si suole ne' campi di
quegli radere il bianco, e poi avere una tinta d'acquerello scuretto molto
acquidoso, e di quello dare per gli scuri, come si desse a una carta; il che
di lontano fa un bellissimo vedere: ma il campo, se ci è grottesche o
fogliami, si sbattimenta, cioè ombreggia con quello acquerello. E questo è
il lavoro, che per esser dal ferro graffiato, hanno chiamato i pittori sgraffito.
Restaci or a ragionare delle grottesche che si fanno sul muro, dunque,
quelle che vanno in campo bianco. Non ci essendo il campo di stucco per
non essere bianca la calce, si dà per tutto sottilmente il campo di bianco, e
fatto ciò, si spolverano e si lavorano in fresco di colori sodi, perché non
arebbono mai la grazia ch'hanno quelle che si lavorano su lo stucco. Di
questa spezie possono essere grottesche grosse e sottili, le quali vengono