Page 84 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Fu veramente bellissimo segreto et investigazione sofistica il trovar modo
che l'oro si battesse in fogli sì sottilmente che per ogni migliaio di pezzi
battuti, grandi un ottavo di braccio per ogni verso, bastasse fra l'artificio e
l'oro il valore solo di sei scudi. Ma non fu punto meno ingegnosa cosa il
trovar modo a poterlo talmente distendere sopra il gesso, che il legno, od
altro ascostovi sotto, paresse tutto una massa d'oro; il che si fa in questa
maniera: ingessasi il legno con gesso sottilissimo, impastato con la colla
più tosto dolce che cruda, e vi si dà sopra grosso più mani, secondo che il
legno è lavorato bene o male; inoltre raso il gesso e pulito, con la chiara
dell'uovo schietta, sbattuta sottilmente con l'acqua, dentrovi si tempera il
bolo armeno macinato ad acqua sottilissimamente, e si fa il primo
acquidoso, o vogliamo dirlo liquido e chiaro, e l'altro appresso più
corpulento. Poi si dà con esso almanco tre volte sopra il lavoro, fino a che
e' lo pigli per tutto bene; e bagnando di mano in mano con un pennello con
acqua pura dove è dato il bolo, vi si mette su l'oro in foglia il quale subito
si appicca a quel molle; e quando egli è soppasso, non secco, si brunisce
con una zanna di cane o di lupo, sinché e' diventi lustrante e bello. Dorasi
ancora in un'altra maniera che si chiama a mordente, il che si adopera ad
ogni sorte di cose, pietre, legni, tele, metalli d'ogni spezie, drappi e corami,
e non si brunisce come quel primo. Questo mordente che è la maestra che
lo tiene, si fa di colori seccaticci a olio di varie sorti, e di olio cotto con la
vernice dentrovi, e dassi in sul legno che ha avuto prima due mani di colla.
E poi che il mordente è dato così, non mentre che egli è fresco ma mezzo
secco, vi si mette su l'oro in foglie. Il medesimo si può fare ancora con
l'orminiaco quando s'ha fretta, atteso che, mentre si dà, è buono; e questo
serve più a fare selle, arabeschi et altri ornamenti, che ad altro. Si macina
ancora di questi fogli in una tazza di vetro con un poco di mèle e di
gomma, che serve ai miniatori, et a infiniti che col pennello si dilettano
fare proffili e sottilissimi lumi nelle pitture. E tutti questi sono bellissimi
segreti, ma per la copia di essi non se ne tiene molto conto.
Cap. XXIX. Del musaico de' vetri, et a quello che si conosce il buono e lodato.
Essendosi assai largamente detto di sopra nel VI capitolo che cosa sia il
musaico, e come e' si faccia, continuandone qui quel tanto che è proprio
della pittura, diciamo che egli è maestria veramente grandissima condurre
i suoi pezzi cotanto uniti, che egli apparisca di lontano per onorata pittura