Page 80 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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comodità delle tele dipinte, come quelle che pesano poco, et avvolte sono
agevoli a trasportarsi. Queste a olio, perch'elle siano arrendevoli, se non
hanno a stare ferme non s'ingessano, atteso che il gesso vi crepa su
arrotolandole; però si fa una pasta di farina con olio di noce, et in quello si

metteno due o tre macinate di biacca; e quando le tele hanno avuto tre o
quattro mani di colla, che sia dolce, ch'abbia passato da una banda
all'altra, con un coltello si dà questa pasta, e tutti i buchi vengono con la
mano dell'artefice a turarsi. Fatto ciò, se le dà una o due mani di colla

dolce, e da poi la mestica o imprimatura; et a dipignervi sopra si tiene il
medesimo modo che agl'altri di sopra racconti. E perché questo modo è
paruto agevole e commodo, si sono fatti non solamente quadri piccioli per
portare attorno, ma ancora tavole da altari et altre opere di storie,

grandissime, come si vede nelle sale del palazzo di S. Marco di Vinezia, et
altrove, avenga che dove non arriva la grandezza delle tavole, serve la
grandezza e 'l commodo delle tele.





Cap. XXIV. Del dipingere in pietra a olio, e che pietre siano buone.


È cresciuto sempre lo animo a' nostri artefici pittori, faccendo che il colorito

a olio, oltra l'averlo lavorato in muro, si possa volendo lavorare ancora su
le pietre; delle quali hanno trovato nella riviera di Genova quella spezie di
lastre che noi dicemmo nella architettura che sono attissime a questo

bisogno; perché per esser serrate in sé e per avere la grana gentile
pigliano il pulimento piano. In su queste hanno dipinto modernamente
quasi infiniti e trovato il modo vero da potere lavorarvi sopra. Hanno
provate poi le pietre più fine, come mischi di marmo, serpentini e porfidi,
et altre simili, che sendo liscie e brunite, vi si attacca sopra il colore. Ma

nel vero, quando la pietra sia ruvida et arida, molto meglio inzuppa e piglia
l'olio bollito et il colore dentro; come alcuni piperni o vero piperigni gentili,
i quali quando siano battuti col ferro e non arrenati con rena o sasso di tufi,

si possono spianare con la medesima mistura che dissi nell'arricciato, con
quella cazzuola di ferro infocata. Perciò che a tutte queste pietre non
accade dar colla in principio, ma solo una mano d'imprimatura di colore a
olio, cioè mestica; e secca che ella sia, si può cominciare il lavoro a suo
piacimento. E chi volesse fare una storia a olio su la pietra, può tôrre di

quelle lastre genovesi e farle fare quadre, e fermarle nel muro co' perni
sopra una incrostatura di stucco, distendendo bene la mestica in su le
commettiture, di maniera che e' venga a farsi per tutto un piano di che

grandezza l'artefice ha bisogno. E questo è il vero modo di condurre tali
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